Cosa significa Periodontal Debridement?

Cosa significa Periodontal Debridement?

Cosa significa Periodontal Debridement? Il Periodontal Debridement PD è un concetto di terapia parodontale introdotto negli anni ’90 ed è stato uno dei grandi cambiamenti della terapia chirurgica e non chirurgica parodontale.

Il termine deriva dall’ambito medico e fa riferimento alla pulizia delle ferite cutanee, nello specifico alla rimozione dei tessuti infetti fino ad arrivare a quelli sani. Il Debridement può essere chimico, meccanico e chirurgico.

La tecnica del Periodontal Debridement nasce alla luce di nuove scoperte scientifiche in ambito parodontale che rivoluzionano l’interpretazione della TPNC (Terapia Parodontale Non Chirurgica, ne avevamo già parlato in questo articolo tratto da questo studio).

Dalla teoria sulla specificità della placca si passa al consolidamento dell’interazione tra la placca, l’ospite e la sua risposta immunitaria. Questo determina che un soggetto ha una “certa soglia” di tollerabilità del suo microbioma orale e che al di sotto della soglia può risolvere i suoi problemi di infiammazione (1).

In quegli anni si scopre inoltre che l’LPS, tossina batterica che innesca meccanismi distruttivi sul parodonto, non penetra il cemento, anzi lo stesso cemento può avere un valore nella rigenerazione dei tessuti.

 

Detartrasi, fondamentale nel Periodontal Debridement

 

Una nuova era per la TPNC grazie al Periodontal Debridement

Uno degli studi più citati, ma non l’unico, quello di Mombelli et al. del 1995  (2) , sostiene che non ci sono differenze tra radici levigate o trattate solo con ultrasuoni durante interventi a lembo aperto. Con questo studio si afferma che la rimozione estensiva del cemento non è necessaria per una buona guarigione dei tessuti. Il cemento può essere di aiuto nella rigenerazione ossea e la sua de-tossificazione avviene anche attraverso la cavitazione degli strumenti ultrasonici o l’uso di prodotti chemioterapici.

Nel Comprehensive Dental Hygiene 1996 (4) si ascrive il periodontal debridement tra le tecniche per la TPNC superando la faticosa pratica della levigatura radicolare estensiva che si utilizzava fino ad allora.

Inizia così una nuova era per la TPNC ed il cambio di focus è quello di passare da una terapia che vuole una radice molto levigata ad una terapia di decontaminazione della tasca con l’impiego di strumenti ultrasonici specifici e può essere abbinata alla strumentazione manuale ma non finalizzata alla levigatura radicolare estensiva.

Il risultato della terapia si misurerà in base alla risposta dei tessuti (assenza di infiammazione) e a un indice di sanguinamento al sondaggio negativo (BoP Bleeding or Probe).

 

I vantaggi degli ultrasuoni nel Periodontal Debridement

 

La strumentazione ultrasonica è molto efficace nel Periodontal Debridement

 

L’uso delle nuove tecnologie ultrasoniche e degli  inserti sottili  offrono diversi vantaggi:

 

  • Non si rimuovono i tessuti molli della tasca mantenendo in situ i fattori rigenerativi (cellulari ed ematici)
  • Il mantenimento dei tessuti molli riduce la recessione gengivale
  • Si raggiungono le aree difficili da raggiungere con la sola strumentazione manualmente
  • Si riducono gli stress muscolari dell’operatore
  • Aumenta il comfort del paziente riducendo l’uso dell’anestesia
  • L’effetto della cavitazione, all’interno della tasca, migliora l’eliminazione dei batteri

 

L’importanza della rimozione del tartaro nel Debridement

Anche se molti studi rivelano che c’è una soglia di tollerabilità della presenza di tartaro sulla radice, rimane inopportuno lasciare dei residui, la presenza di tartaro residuo aumenta il rischio più del 50% dell’infiammazione della tasca, rispetto alla sola presenza di biofilm, la sua eliminazione rimane il punto cardine per la riuscita della TPNC (5-6).

Se dopo il trattamento della tasca non ci fosse una buona risposta  e se i parametri clinici non migliorassero, si dovrà aggiungere una terapia radicolare più estensiva o associata ai chemioterapici topici.

La sinergia tra le due tecniche di strumentazione e la terapia chimica di supporto aumenta il margine di successo, limitando l’intervento chirurgico solo alle aree non raggiungibili o che necessitano di rigenerazione.

 

Quanto tempo richiede il Periodontal Debridement?

Una volta stabilito cosa significa Periodontal Debridement, bisogna valutare le tempistiche che questo trattamento richiede. Ecco, per un buon PD, si devono pianificare i giusti tempi in base alla gravità e all’estensione della malattia con una forbice che può variare dalle 2 alle 6 ore di trattamento.

Per un debridement efficace si dovranno eseguire 4 step fondamentali:

  1. Rilevamento
  2. Rimozione di tartaro e batteri
  3. Esplorazione tattile della radice
  4. Valutazione della risposta dei tessuti

 

Un bel sorriso è spesso segno di una buona igiene orale

 

Bibliografia
Miller WD. Micro-organisms of the humans mouth. Basel Switzerland, 1973, S Karger.
Robertson PB. The residual calculus paradox. J Periodontol 61:65, 1990
Mombelli A, Nyman S, Brägger U, Wennström J, Lang NP. Clinical And Microbiological Changes Associated With An Altered Subgingival Environment Induced By Periodontal Pocket Reduction. J Clin Periodontol. 1995 Oct;22(10):780-7.
Drisko CL.Scaling and root planing without overinstrumentation: hand versus power-driven scalers. Curr Opin Periodontol. 1993:78-88.REVIEW
Woodall IR, Stutsman Young N, O’Hehir TE. Comprehensive Dental Hygiene Cap 25 Periodontal Debridement ,  Ed. Mosby  1993
Wilson TG, Harrel SK, Nunn ME, Francis B, Webb K.The relationship between the presence of tooth-borne subgingival deposits and inflammation found with a dental endoscope.J Periodontol.2008 Nov;79(11):2029-35.
Luigi Checchi, Marco Montevecchi, Vittorio Checchi and Franco Zappulla The Relationship Between Bleeding on Probing and Subgingival Deposits. An Endoscopical Evaluation Open Dent J. 2009; 3: 154–160
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L'autrice dell'articolo

Consuelo Sanavia

Consuelo Sanavia

Sono un’igienista dentale con 30 anni di esperienza in studio. Mi occupo di formazione per colleghi e odontoiatri. I miei corsi sono mirati a una attività clinica moderna e in linea con le evidenze scientifiche EBM e le linee guida nazionali ed internazionali. Svolgo attività privata in studio, in provincia di Asti. Sono inoltre docente di Scienze e tecniche di igiene orale all’Università di Genova e in vari master universitari.

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