Idropulsore orale, uno strumento da consigliare?

L’idropulsore è uno strumento per l’igiene orale che ancora oggi divide il mondo odontoiatrico. Tra le opinioni di chi lo consiglia e chi invece lo sconsiglia ai suoi pazienti, vi propongo un breve excursus valutandone alcuni aspetti e la mia esperienza. L’idrogetto, oggi chiamato idropulsore, è stato inventato dal Dr. Gerald Moyer, dentista e da John Mattingly, ingegnere, in  Colorado, alla fine degli anni ’50. Il getto d’ acqua dentale, noto anche come irrigatore orale, è stato introdotto alla professione dentale in Texas durante la Convention Dental Dallas del 1962.

Da allora sono stati prodotti numerosi studi e questa revisione storica conferma l’importanza dell’idrogetto nella riduzione del sanguinamento nelle varie tipologie di pazienti. La stessa revisione mette in luce la necessità di avere degli studi di comparazione dell’efficacia di questo strumento con altri strumenti interdentali quali filo e scovolino.

Ancora oggi non abbiamo certezze sulla sua efficacia come sostituto di filo e scovolino anche se alcune aziende produttrici li propongono come tali. Diversa è per la capacità riscontrata in exvivo sull’efficacia dell’idropulsore nel ridurre il biofilm e gli effetti antinfiammatori dati dal suo utilizzo associandolo allo spazzolino da denti.

Insieme al Working Group Sisio, su Cosmetic Dentistry ho scritto del ruolo del Water Pik nell’igiene orale domiciliare. Clicca l’immagine per leggere l’articolo

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I due motivi che fanno sconsigliare l’idropulsore

La storia di questo strumento ha attraversato diverse fasi dell’odontoiatria e pertanto ha avuto momenti di favore e sfavore da parte dei professionisti ed ancora oggi il suo utilizzo non trova un consenso unanime. Ho individuato due principali motivi:

1. Il timore che il paziente lo usi come unico strumento igienico

Paradossalmente, l’idropulsore viene sconsigliato perché il suo semplice utilizzo piace ai pazienti e si teme che lo sostituiscano alla necessaria disgregazione meccanica dello spazzolino. Per la mia esperienza questo rischio non c’è, in quanto le informazioni che do quando consiglio uno strumento sono chiare, e spiego le ragioni per cui l’idropulsore non può sostituire completamente la rimozione meccanica.

2. Il timore che spinga i detriti di cibo ed i batteri all’interno della tasca procurando l’infezione

Questo timore nasce da casi riportati in passato quando l’idropulsore veniva dato a pazienti con severe infiammazioni gengivali e con la presenza di placche batteriche sedimentate sopra e sotto gengivali. Oggi nessun di noi indicherebbe l’idropulsore senza avere prima ridotto l’infiammazione gengivale con la terapia causale. A questo punto l’idropulsore diventa un ottimo alleato del mantenimento della salute gengivale.

I buoni motivi per consigliare l’idropulsore

L’idropulsore oggigiorno è uno strumento prezioso sia per i pazienti con ortodonzia fissa che nei portatori di protesi avvitate su impianti (All-on-4; All-on 6), perché il suo getto rimuove i residui alimentari, fonte di sgradevoli odori e di proliferazione batterica.Occupandomi da molti anni di questa tipologia di pazienti, ho potuto constatare che i pazienti che usano l’idrogetto sono pienamente soddisfatti della sensazione di pulizia e freschezza che lascia dopo l’utilizzo.

Chiaramente i mei pazienti sono preparati e capiscono l’importanza di non abbandonare l’uso degli strumenti meccanici intorno agli impianti, in quanto ho spiegato a loro come lo strofinamento del filo spugnoso, dello scovolino e dello spazzolino sia insostituibile nel rimuovere il biofilm che ha una natura molto appiccicosa sui substrati dentali e protesici.

Quali sono i migliori?

Ci sono diverse tipologie di idropulsori, ma non essendo negli scopi di questo articolo mi limiterò a dire quali sono le mie preferenze in termini generici. Preparerò in seguito una guida alla scelta dell’idropulsore e le loro principali caratteristiche. In linea generale posso anticipare che la scelta dev’essere orientata su dispositivi che non siano solo “idrogetti”, come quelli che si agganciano al rubinetto, ma bensì degli “idropulsori”: ovvero apparecchiature in grado di generare un getto d’acqua pulsato e con un modulatore di potenza.

I miei preferiti sono i cosiddetti “palmari”, ovvero quelli che hanno il serbatoio direttamente sul manico e senza fili. La loro compattezza ne facilita il trasporto, anche quando si è in viaggio, e i serbatoi di dimensioni contenute permettono l’utilizzo del collutorio per una disinfezione efficace anche delle protesi più complesse. 

Consuelo Sanavia
Laureata in Igiene Dentale
Professore a.c. Università di Genova
Insegnamento ufficiale: “Scienze e Tecniche di Igiene Orale applicate alla comunità”
Docente al Master di I Livello “Tecnologie nelle Scienze dell’Igiene Orale” alla Sapienza di Roma
Past President di Sisio (Società Italiana Scienze Igiene Orale)
Autrice di testi per la didattica e pubblicazioni scientifiche nell’ambito odontoiatrico

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L'autrice dell'articolo

Consuelo Sanavia

Consuelo Sanavia

Sono un’igienista dentale con 30 anni di esperienza in studio. Mi occupo di formazione per colleghi e odontoiatri. I miei corsi sono mirati a una attività clinica moderna e in linea con le evidenze scientifiche EBM e le linee guida nazionali ed internazionali. Svolgo attività privata in studio, in provincia di Asti. Sono inoltre docente di Scienze e tecniche di igiene orale all’Università di Genova e in vari master universitari.

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