
Il trattamento della mucosite perimplantare è un atto di prevenzione primaria, lo afferma con forza il working group della EFP (European Federation Periodontology) che da questo lavoro di revisione, integrato alla loro esperienza clinica, elabora raccomandazioni rivolte ai medici dentisti e igienisti dentali.
Il Consensus Report intitolato “Primary prevention of peri-implantitis: managing peri-implant mucositis” è stato pubblicato nel 2015 dalla rivista Journal Clinic Periodontology. Da questo lavoro il gruppo di esperti in parodontologia ha sviluppato vere e proprie raccomandazioni per la gestione del paziente con impianti, rivolte a tutti gli operatori del settore. Queste raccomandazioni comprendono le fasi di progettazione delle strutture implantoprotesiche e il mantenimento dell’impianto.
Un’emergenza sanitaria in aumento
Negli ultimi decenni la terapia implantare è diventata una procedura di routine e i dati ci dicono che la perimplantite è una emergenza sanitaria in quanto il numero di pazienti affetti da perimplantite è in aumento. Non esistono, al momento, concetti stabili e prevedibili per il trattamento delle perimplantiti. La mucosite come la gengivite precede la perimplantite. La prevenzione della mucosite è considerata una misura preventiva per l’insorgenza della perimplantite.
Dalla revisione degli autori, di studi eseguiti in otto paesi diversi dell’Europa, Sud e Nord America, i dati che ci offrono, sulla prevalenza delle malattie perimplantari, sono quelli che si basano sulla media ponderata e che ci dicono che la mucosite si manifesta nel 43% dei pazienti con impianti e che la perimplantite, indipendentemente dalla gravità, sul 22% di pazienti e impianti.
Il ruolo della mucosite nell’insorgere della perimplantite
Ad oggi non ci sono studi disponibili per la prevenzione primaria della mucosite. Ciò è in contrasto con la prevenzione primaria della gengivite, su cui invece esiste documentazione che indica la frequenza di rimozione completa della placca necessaria a mantenere la salute gengivale (Lang et al., 1973).
Si ritiene, però, che la mucosite perimplantare sia il precursore della perimplantite, come la gengivite per la periodontite. Esiste infatti una relazione tra la gengiva sana e la salute perimplantare e viceversa tra mucosite e perimplantite. Pertanto, la prevenzione delle malattie perimplantari comporta la prevenzione della mucosite e il trattamento della mucosite perimplantare esistente (Salvi & Zitzmann 2014).
Qual’è il migliore indicatore per distinguere la malattia perimplantare?
Poiché il sanguinamento sul sondaggio è un indicatore per l’infiammazione nella mucosa perimplantare, la valutazione standardizzata del sondaggio deve essere considerata come l’attuale misura clinica per distinguere tra la salute del perimpianto e la malattia.
Considerando che l’area perimplantare non è sempre ben accessibile al sondaggio, è necessario dotarsi di sonde idonee per l’esame come sonde flessibili e con tacche millimetrate. Se vuoi potrai anche leggere un articolo specifico sul sondaggio che troverai su questo sito. Rilevazione del Base Line e monitoraggio divengono indispensabili per controllare la salute dei tessuti perimplantari.
Quali sono i fattori di rischio della mucosite peri-implantare?
Dal punto di vista eziologico, sette studi sperimentali e due studi trasversali hanno dimostrato che l’accumulo di placca sugli impianti ha determinato mucosite perimplantare (Renvert & Polyzois 2015), fumo e parodontopatia sono fattori di rischio modificabili come il fumo e pertanto dovrebbero essere eliminati prima di inserire degli impianti. Mentre per altri fattori sistemici ed in particolare il diabete non ci sono studi che ne accertino il nesso causale.
Il cemento, utilizzato per il fissaggio delle corone protesiche, è considerato un fattore di rischio locale soprattutto quando l’inserzione dell’impianto avviene nel sottomucoso, limitando la rimozione dell’eccesso. Il cemento residuo è considerato anche un fattore di rischio per la perimplantite.
Quale ruolo ha la terapia di supporto (ST supportive therapy)?
Sulla base di un importante studio retrospettivo (Costa et al. 2012) emerge l’evidenza che l’assenza di ST quando viene diagnosticata la mucosite aumenta il rischio di passaggio da mucosite a perimplantite. A 5 anni i pazienti aderenti alla ST presentavano segni di perimplantite nel 18% dei casi, i non aderenti alla ST nel 43%.
Rimane pertanto indispensabile informare il paziente sulla necessità di aderire ad un piano di assistenza periodica, senza la quale l’aumento del rischio di infezione perimplantare viene più che raddoppiato. Gli intervalli della ST devono essere personalizzati in base ai fattori di rischio del paziente (3, 6 e 12 mesi), la storia di una parodontite aggressiva indica la necessità di intervalli più ravvicinati. Durante i richiami è necessario sondare l’area perimplantare con particolare attenzione al sanguinamento, unico indicatore di salute o malattia della mucosa perimplantare.
Strategie operative: il controllo della placca batterica come un’efficace cura preventiva
In questo lavoro vengono confermati gli standard delle procedure professionali e l’importanza della rimozione meccanica della placca batterica come efficace misura preventiva. Le procedure professionali devono essere personalizzate all’esigenza del paziente e il debridement può essere eseguito con strumenti meccanici o manuali, con o senza la lucidatura. L’uso di collutori e dentifrici non hanno dimostrato benefici aggiuntivi al controllo domiciliare del biofilm e l’uso di spazzolini elettrici e/o manuali possono essere considerati uno standard sufficiente allo scopo.
Poiché il controllo delle infezioni è essenziale per la prevenzione delle malattie perimplantari, i pazienti devono essere istruiti sulla loro personale igiene orale con un controllo e un rinforzo regolari. La posizione dell’impianto e delle sovrastrutture dovrebbero essere progettate in modo da facilitare l’accesso per una diagnosi regolare mediante sondaggio, nonché per misure di igiene orale personale e professionale.
Consuelo Sanavia
Laureata in Igiene Dentale
Professore a.c. Università di Genova
Insegnamento ufficiale: “Scienze e Tecniche di Igiene Orale applicate alla comunità”
Docente al Master di I Livello “Tecnologie nelle Scienze dell’Igiene Orale” alla Sapienza di Roma
Past President di Sisio (Società Italiana Scienze Igiene Orale)
Autrice di testi per la didattica e pubblicazioni scientifiche nell’ambito odontoiatrico