Saper scegliere la mascherina per proteggere l’Igienista Dentale dall’aerosol

Ultrasuoni e DAP (Dispositivi Air Polishing) hanno portato una vera evoluzione alle nostre procedure cliniche, facilitandole e migliorando i risultati delle terapie. Gli Igienisti Dentali utilizzano queste apparecchiature per molte ore al giorno e per questo non dobbiamo sottovalutare i rischi a esse collegate. Vi siete mai chiesti se le protezioni che usate siano adeguate a proteggervi sufficientemente dai rischi legati all’aerosol prodotto?

Le tecniche di airpolishing consistono nel veicolare su denti e tasche parodontali flussi di aria, acqua e polveri di diversa natura che generano un aerosol potenzialmente capace di contaminare sia l’operatore che l’ambiente.

 

Polvere

Dimensioni

Forma

Solubile

Gusto

Indicazioni

Bicarbonato di sodio

250-40 µm

Angoli acuti e lievemente arrotondati

Si

salino con aromi

Smalto, biofilm e tartaro

Forti e medi pigmenti

Carbonato di calcio

76-25 µm

Sferica

 bassa solubilità

neutro o con aromi

Smalto, dentina,biofilm e tartaro

Forti e medi pigmenti

Glicina

65-25 µm

Angoli acuti

Si

neutro

Smalto, dentina, perio, restauri, impianti, biofilm

Lievi pigmenti

Eritritolo e chx 0,3%

14 µm

Angoli acuti

Si

lievemente dolce

Smalto, dentina, perio, restauri, impianti, biofilm

Medi e lievi pigmenti

Trealosio

30-65 µm

Angoli acuti

Alta solubilità

lievemente dolce

Smalto, dentina, perio, restauri, biofilm

Lievi pigmenti

La tabella elenca le polveri maggiormente utilizzate nei dispositivi DAP, la loro grandezza fisica ed altre caratteristiche. la quantità di aerosol prodotto dipende da molte variabili come la quantità d’acqua, la quantità di polvere, la potenza in uscita del flusso ed il tempo di emissione.

Gli studi che abbiamo a disposizione, e sui quali possiamo basare le nostre scelte precauzionali, valutano i rischi di infezioni legati all’effetto splatter (particelle > 50 µm) e dei bio-areosol (particelle < 50 µm ). Nelle conclusioni si legge che le procedure odontoiatriche sono da considerarsi ad alto rischio sia di complicazioni polmonari, sia di infezioni all’organismo. Inoltre, i bio-areosol prodotti possono restare sospesi nell’aria dai 30 ai 120 minuti dopo l’intervento con ultrasuoni o airpolishing (1-2).

Di conseguenza esistono alcune raccomandazioni generali, suggerite per proteggerci dai rischi ambientali:

  • Fare eseguire un risciacquo preliminare con clorexidina 0,20 per 30-60 secondi;
  • Utilizzare l’aspiratore ad alta velocità di aspirazione (AVA);
  • Utilizzare guanti, mascherina e occhiali protettivi (DPI e DM);
  • Avere negli ambienti sistemi di ricircolo dell’aria.

Come proteggere le vie respiratorie?

Dato che le mascherine sono la barriera fondamentale per proteggere le nostre vie respiratorie, ho voluto procedere a una ricerca per poter scegliere un prodotto affidabile. Devo confessarvi che mi si è aperto un mondo!

La prima cosa che va affrontata è la differenza tra una mascherina chirurgica DM (Dispositivo Medico), usata per evitare la contaminazione esterna ma con scarsa capacità protettiva per l’operatore, e DPI (Dispositivo per la Protezione Individuale). Nel nostro caso dobbiamo avere a disposizione un FFP (Filtrante Facciale anti Particolato) o mascherine respiratorie, ovvero un dispositivo in grado di proteggerci da quel variegato bioareosol dell’airpolishing (4).

L’ambiente odontoiatrico dev’essere fornito di entrambi questi dispositivi, al fine di coprire i rischi per le diverse procedure effettuate. Per esempio, una visita o un trattamento ortodontico, una seduta di levigatura radicolare, un trattamento di polishing, uno sbiancamento, hanno un rischio differente rispetto a procedure come air polishing o l’uso della turbina che provocano areosol. Sulla sicurezza dell’air polishing uno studio di Checchi et al. 2005 ha verificato che, se usato correttamente, un dispositivo facciale FFP2S è in grado di proteggere le nostre vie respiratorie dallo spruzzo di aria, acqua e bicarbonato anche per diverse ore (3).

Confesso che districarmi tra le varie terminologie e sigle utilizzate (cambiano da autore ed autore e da tabella a tabella) non è stato facile. Spero pertanto di esserci riuscita ma mi riservo un perfezionamento futuro.

Per iniziare, vediamo insieme di capire il significato delle sigle che troviamo sulle confezioni:

BFE (Bacterial Filtration Efficiency) è la capacità di bloccare in uscita i batteri (in parte anche in entrata)

  • Tipo 1 = BFE >95%
  • Tipo 2 = BFE >98%
  • Tipo IIR=BFE >98% e resistente ai fluidi

FPE (Filtration Particolate Efficiency) capacità di filtrazione verso polveri e particelle anche biologiche (batteri e virus) con granulometria compresa tra 0,02 e 2 µm

  • FFP1 con un’efficienza filtrante totale minima del 78%
  • FFP2 con un’efficienza filtrante totale minima del 92%
  • FFP3 con un’efficienza filtrante totale minima del 98%
  • Splash Resistance (ASTM F1862-07) determina la resistenza alla penetrazione di contaminanti fluidi , appartengono a questa categorie le mascherine con indicato Type IR, Type IIR >120 mmHg e Livel 3

Delta P parametro fisico che definisce la respirabilità del dispositivo, i presidi con Delta P alto (> 29,4 Pascal/cm2) sono “caldi”/ umidi e possono provocare affanno all’operatore. Quelli con Delta P basso (< 29,4 Pascal/cm2) permettono invece di lavorare in un fresco comfort, con minima formazione di umidità interna.

Nel leggere le indicazioni sulle confezioni dobbiamo tenere presente che i parametri cambiano secondo la classificazione che seguono. Se il prodotto segue gli standard americani, le indicazioni sono basate sulla ASTM; se seguono lo standard europeo, si basano sulla normativa EN146.

La tabella mostra le differenze tra le classificazioni europea e americana.

L’adattabilità al volto è un fattore importantissimo!

Se optiamo per una elevata protezione, dobbiamo scegliere un prodotto che si adatti molto bene al nostro viso e non lasci aperture dalle quali possano entrare splatter e bioareosol. Insomma, la mascherina dev’essere ben aderente altrimenti tutti i suoi sistemi di filtraggio non hanno alcuna utilità! Le forme a conchiglia o a “becco di papera” sono quelle più protettive, ma a pari livello ci sono anche mascherine chirurgiche di ultima generazione che offrono un’alta adattabilità (fig. 1).

Per i colleghi maschi si raccomanda di non avere barba o baffi lunghi, perché potrebbero tenere sollevata la mascherina.

Fig. 1 Mascherina con tecnologia Secure Fit Technology Mask della Crostess che assicura una buona adattabilità al viso grazie alla barra di alluminio posta sotto il mento, alla posizione degli elastici e la vestibilità laterale.

I comportamenti da evitare per mantenere l’efficacia

La mascherina va indossata e rimossa, prendendola dagli elastici. Sono da evitare comportamenti scorretti, come quelli che vediamo in queste foto:

Qualità e sicurezza delle mascherine

Non sottovalutiamo lo strato di TNT a contatto con la nostra pelle, mascherine di bassa qualità possono rilasciare particelle altamente nocive alla respirazione o coloranti chimici allergenici. E per le pelli sensibili? Molti di noi hanno la cute sensibile e soggetta a screpolature o irritazioni. Esistono mascherine con lo strato interno impregnato di sostanze lenitive che favoriscono il buon mantenimento della pelle.

Quanto dura l’efficacia protettiva di una mascherina?

Purtroppo nell’ambiente lavorativo di noi Igienisti Dentali è difficile quantificare il rischio, perché le variabili sono moltissime e dipendono dai livelli di precauzione che ogni individuo mette in atto. Le mascherine chirurgiche DM devono essere cambiate ogni ora per evitare che l’umidità riduca la capacità filtrante del dispositivo. Per le FFP la durata è più lunga, data l’alta efficacia degli strati protettivi (3). Ciò non toglie che se si effettuano procedure a condizioni estreme, con alta carica batterica, o con prolungati tempi di aerosol, o se la mascherina si deteriora, conviene sostituirla subito. In normali condizioni e mettendo in atto anche altre precauzioni (uso di aspiratori AVA, sciacquo con clorexidina, ricambio d’aria) un cambio ogni 3-4 ore di lavoro può ritenersi adeguato.

Conclusioni

Le mascherine sono il mezzo di protezione delle vie respiratorie per l’operatore odontoiatrico. L’emissione di aerosol nel corso delle procedure ultrasoniche e di airpolishing impone una scelta adeguata di mascherine. A seconda della classificazione, troviamo descritte ASTM Level 3 e alla EN146 Type IIR con FFP2 o FFP3.

Queste mascherine devono coprire perfettamente il volto e pertanto la scelta della forma e l’adattabilità al proprio viso sono un elemento importante. L’uso continuato può rendere difficile la respirazione, ma è possibile alternarle in conseguenza della procedura da effettuare.

Note

1 Harrel SK, Molinari J. Aerosols and splatter in dentistry: A brief review of the literature and infection control implications J Am Dent Assoc 2004;135;429-437
2 Dutil S1, Meriaux A, de Latremoille MC, Lazure L, Barbeau J, Duchaine C. Measurement of airborne bacteria and endotoxin generated during dental cleaning. J Occup Environ Hyg. 2009 Feb;6(2):121-30.
3 Checchi L, Montevecchi M, Moreschi A, Graziosi F, Taddei P, Violante FS. Efficacy of three face masks in preventing inhalation of airborne contaminants in dental practice.J Am Dent Assoc. 2005 Jul;136(7):877-82.
4 Jakubovics N, Greenwood M, Meechan JGGeneral medicine and surgery for dental practitioners: part 4. Infections and infection control.Br Dent J. 2014 Jul;217(2):73-7.

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L'autrice dell'articolo

Consuelo Sanavia

Consuelo Sanavia

Sono un’igienista dentale con 30 anni di esperienza in studio. Mi occupo di formazione per colleghi e odontoiatri. I miei corsi sono mirati a una attività clinica moderna e in linea con le evidenze scientifiche EBM e le linee guida nazionali ed internazionali. Svolgo attività privata in studio, in provincia di Asti. Sono inoltre docente di Scienze e tecniche di igiene orale all’Università di Genova e in vari master universitari.

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