Sbiancamento, un termine che confonde il paziente

Questa puntualizzazione è il titolo di un articolo del professor Van B. Haywood. Docente al Dental College of Georgia presso la Augusta University, è noto per avere studiato scientificamente gli effetti del perossido di carbammide e ha messo a punto la tecnica di sbancamento domiciliare con le mascherine notturne. Haywood racconta che la scelta di definirlo “Whitening”, invece di “Bleaching”, fu dettata dal fatto che quest’ultimo termine richiamava il “candeggio” o scolorimento che si ottiene con la candeggina o ipoclorito di sodio. Si temeva insomma che i pazienti potessero avventurarsi in tecniche casalinghe a base di cloroderivati, pericolosi per il cavo orale e la salute.

Ora però, continua Haywood, questo termine è usato in tutti i prodotti che promettono denti più bianchi grazie alla rimozione delle macchie estrinseche. Nel mondo odontoiatrico, invece, lo sbancamento è riferito a un vero e proprio cambio di colore del dente, ottenuto modificando smalto e dentina. In sintesi: i prodotti sbiancanti rimuovono le macchie, i trattamenti sbiancanti cambiano il colore del dente.

Sbiancamento o cambio del colore?

In effetti trovo che questa confusione sia riscontrabile anche tra i nostri pazienti, grazie alla moltitudine di prodotti che si trovano in commercio e che sono denominati “prodotti sbiancanti”. Sappiamo bene che quelli che non hanno perossidi all’interno non sono veri sbiancanti, eppure possono svolgere la loro funzione smacchiando i denti.

Da un lato, il desiderio di avere un bel sorriso bianco è a nostro vantaggio perché sempre più pazienti richiedono di sbiancare i denti. Di fatto, molto spesso non accettano i nostri trattamenti perché li ritengono costosi. Vi siete chiesti come mai? Su questo tema la collega Denise Calzolari ha realizzato un video molto simpatico e verace. Potete guardarlo cliccando qui.

La collega evidenzia come spesso le persone buttino via i loro soldi comprando prodotti di fatto inefficaci, invece di investirli in un bel trattamento sbiancante. È un’analisi che condivido, aggiungo che vorrei sensibilizzare noi professionisti perché offriamo al paziente una percezione corretta e senza confusioni dello sbancamento dentale. La maggior parte delle persone associa lo sbiancamento alla rimozione delle macchie e pensano che noi lo possiamo fare in maniera più intensiva ma non pensa affatto che i denti possano cambiare davvero il colore. Cosa dire dei trattamenti che sbiancano in pochi minuti?

Ad aumentare la confusione nei pazienti potrebbero aggiungersi i trattamenti che proponiamo come trattamenti sbiancanti e che durano pochi minuti alla poltrona. Questi trattamenti sono spesso utilizzati da noi professionisti come azione di marketing, per attirare nuovi pazienti o per offrire una piccola esperienza di sbiancamento alla poltrona. Li utilizziamo sempre per ciò che possono offrire?

Non sono contraria a questo tipo di sbiancamento, anzi io stessa lo utilizzo in svariati contesti clinici, accettandone i limiti ed utilizzandolo solo nelle situazioni dove so che possono apportare un beneficio cosmetico. Lo trovo adatto a rinforzare l’azione smacchiante  in particolare sulle superfici di pazienti fumatori o che assumono sostanze coloranti. Ai pazienti dico che è un trattamento che aiuta a smacchiare in profondità lo smalto. Questo effetto coadiuvante aiuta anche a mantenere nel tempo i trattamenti di sbiancamento veri e propri, anche se ogni tanto è necessario un vero trattamento rafforzativo.

Trattamento delle superfici con PC 45% durante post igiene orale. Le gengive non hanno bisogno di protezione anche se il gel dev’essere tenuto lontano dalla gengiva per evitare un fastidioso effetto caustico transitorio.

In pazienti con colorazioni evidentemente intrinseche e che sono date dal colore della dentina, questi trattamenti saranno del tutto inutili e fonte di confusione.

La nuova sfida è eliminare la confusione

In conclusione al suo articolo, il prof. Haywood invita i professionisti a educare i pazienti a distinguere tra prodotti sbiancanti che smacchiano e trattamenti sbiancanti che cambiano il colore. Non tutti ci riusciremo, dice. Ma una parte dei pazienti percepirà la differenza dei nostri trattamenti e preferirà investire soldi per un vero trattamento sbiancante.

Prima e dopo di un caso di trattamento sbiancante di una discromia da farmaci. Nel post sbiancamento è evidente il miglioramento della superficie del dente e lo schiarimento completo delle due opacità che si notano nella profondità dello smalto negli elementi 11 e 21 nell’immagine pre sbiancamento.

Concordo e condivido con voi questa sfida!

Siete interessati a questo argomento? Allora vi invito ad iscrivervi al mio corso “Tooth Whitening: trattamento di discromie e opacità dello smalto” in programma venerdì 9 ottobre ad Asti. Io e il collega Giuseppe Allocca vi proporremo un percorso clinico sullo sbiancamento dentale che si concluderà con la discussione di casi clinici emblematici. Sarà un’esperienza che vi aiuterà a decidere quale trattamento proporre ai pazienti che desiderano sbiancare i denti e trattare le opacità nelle aree estetiche.

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L'autrice dell'articolo

Consuelo Sanavia

Consuelo Sanavia

Sono un’igienista dentale con 30 anni di esperienza in studio. Mi occupo di formazione per colleghi e odontoiatri. I miei corsi sono mirati a una attività clinica moderna e in linea con le evidenze scientifiche EBM e le linee guida nazionali ed internazionali. Svolgo attività privata in studio, in provincia di Asti. Sono inoltre docente di Scienze e tecniche di igiene orale all’Università di Genova e in vari master universitari.

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